La data di nascita della Società ATIVA, Autostrada Torino Ivrea Valle d’Aosta, risale al 2 agosto 1954. Per ripercorrere la storia della società e delle autostrade realizzate e gestite in concessione, abbiamo scelto di andare per blocchi di dieci anni, partendo ovviamente dalle origini.
Il decennio che conduce ATIVA a celebrare il sessantesimo compleanno è uno tra i più difficili della sua storia, soprattutto per lo sfavorevole andamento del traffico. Dopo l’exploit del 2006 (+18,2%, dovuto essenzialmente all’entrata in esercizio della diramazione Torino-Pinerolo e della correlata nuova barriera di esazione di Beinasco, che ha intercettato nuovi flussi di traffico, in parte indotti dallo svolgimento delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006) a partire dal 2008 – in concomitanza con l’aggravarsi della crisi finanziaria internazionale dei “subprime” e delle sue conseguenze sull’andamento complessivo dell’economia mondiale – si registra una lunga serie di risultati negativi (mediamente un -2% all’anno) culminati nel 2012, l’anno nero della recessione europea e italiana, con una contrazione dei transiti del 7,7%, equamente distribuita tra veicoli leggeri (-7,8%) e pesanti (- 6,9%). Un fenomeno sconosciuto nei decenni precedenti, destinato ad attenuarsi negli anni successivi ma non ad esaurirsi del tutto (- 3,9% nel 2013 e – 0,5% nel 2014).
In questo contesto non favorevole, ATIVA non ha tuttavia smesso di investire e di elaborare progetti per il futuro. Dopo la realizzazione della Torino-Pinerolo e degli interventi “di mitigazione” sulla viabilità adiacente (connessione SP6 – SP 174 – SP 175), è la volta delle varianti alla SS 29 (circonvallazione di Santena-Trofarello e svincolo di Sanda-Vadò, entrambi conclusi nel 2007) e alla SS 24 (circonvallazione di Alpignano -Pianezza) e di una nutrita serie di interventi di adeguamento delle barriere di sicurezza, di risanamento acustico e di consolidamento delle strutture in diversi punti dell’intera rete autostradale.
Giunta all’appuntamento con i propri cinquant’anni, ATIVA dimostra l’equilibrio e la saggezza di chi è nel pieno dell’età, pur conservando lo spirito e l’entusiasmo di una seconda giovinezza. Da poco tempo, all’azionariato in origine prevalentemente pubblico è subentrato in parte maggioritaria il capitale privato, ed ora la Società fa parte di un Gruppo autostradale che è il secondo d’Italia per estensione di rete gestita in concessione, ed è quotato in Borsa. Altre importanti novità si sono succedute nel decennio. L’autostrada Torino-Pinerolo è finalmente passata dalle parole ai fatti. Superate le tante difficoltà che vi si frapponevano, il tronco conclusivo è ormai in avanzata fase di costruzione e sarà pronto ad accogliere il vasto pubblico che parteciperà, nel febbraio 2006, alla XX^ edizione dei Giochi Olimpici Invernali organizzati sulle Alpi piemontesi. In margine a questa attività, ATIVA è impegnata nella realizzazione di alcune importanti modifiche della viabilità ordinaria adiacente al Sistema Tangenziale, quali le circonvallazioni di Orbassano-Rivalta, di Alpignano-Pianezza, di Santena-Trofarello. I temi della sicurezza e dell’ambiente sono diventati centrali, e tra gli obiettivi di ATIVA vi è la posa di moderne barriere di protezione centrali e laterali, oltre al rinnovo delle pavimentazioni con materiale drenante e fonoassorbente, all’installazione di pannelli di protezione acustica e alla realizzazione di un efficace sistema di informazione all’utenza. Sul SATT, in particolare, stanno per partire lavori di radicale modifica dello snodo di Bruere, punto di interscambio tra la Tangenziale Nord e la Tangenziale Sud. Sull’autostrada di Ivrea e sulla “bretella” di Santhià, per esempio, è ancora vivo il ricordo delle devastazioni prodotte dalla nuova e violenta alluvione dell’ottobre 2000, con il cedimento del ponte sull’Orco (ora ricostruito e rinforzato con nuove strutture portanti) e con l’asportazione di interi tratti di carreggiata tra Fiorano e Pavone Canavese. La situazione del traffico in tangenziale, già difficile – come si è detto – nel 1994, si è nel frattempo ulteriormente aggravata: a distanza di dieci anni, i 300.000 veicoli giornalieri del 1994 sono diventati più di 400.000.
Al quarantesimo compleanno, ATIVA si presenta come una Società più matura, che ha saputo ritrovare forza e capacità propositiva. Nel decennio appena trascorso, qualcosa – sia pur lentamente – si è mosso: grazie alle disposizioni di legge per la promozione di nuove infrastrutture in vista dei campionati di calcio “Italia ‘90” e delle celebrazioni per il 5° centenario della scoperta dell’America “Colombo ‘92”, un primo tratto della Torino-Pinerolo ha finalmente potuto vedere la luce. I lavori si sono conclusi nel 1992: per il momento, la diramazione si interrompe in piena campagna, presso None, ed è a libera percorrenza. Purtroppo il 1993 si è appena concluso all’insegna di un gravissimo evento, l’alluvione del 24 settembre, che ha provocato danni ingenti sull’intera rete autostradale gestita da ATIVA. Per la Società è il momento di dimostrare nervi saldi, perché le piene hanno interrotto il collegamento tra Ivrea e Santhià e, verso Torino, hanno determinato il cedimento della pilastrata centrale del ponte sull’Orco. In soli 12 giorni dall’evento, lavorando coraggiosamente in condizioni climatiche ancora precarie, i tecnici di ATIVA sono riusciti ad ottenere la riapertura della “bretella”. Più lungo e complesso si è rivelato l’intervento sul ponte dell’Orco, e solo alla vigilia di Natale la direttrice Torino-Ivrea è stata ripristinata a due carreggiate. Intanto l’economia nazionale appare in ripresa, il prodotto interno lordo è in aumento, la bilancia commerciale presenta un saldo attivo, l’inflazione appare sotto controllo. Anche i traffici autostradali, in generale, sono in aumento: + 3,4% le percorrenze dei veicoli leggeri, + 4,7% quelle dei veicoli pesanti, che sono un termometro sensibile alle variazioni dell’economia. Nel 1994, in base alle rilevazioni effettuate, si stima che – sommando i transiti paganti a quelli che utilizzano gli svincoli liberi – circa 300.000 veicoli utilizzino ogni giorno l’arteria, e in certe ore della giornata si è prossimi alla paralisi
ATIVA compie trent’anni, e ancora una volta la ricorrenza si celebra in un contesto poco festoso. I proventi netti da pedaggio del consuntivo 1983 hanno superato i 30 miliardi di lire, contro i circa 4 miliardi di dieci anni prima, ma il vantaggio è solo apparente – l’inflazione ha gonfiato i numeri, non la sostanza delle cose. Sul Sistema Tangenziale Torinese, con l’abolizione delle barriere intermedie di Rivalta e di Regina Margherita avvenuta nel 1977, il numero dei transiti paganti è crollato, stabilizzandosi negli anni successivi attorno ai 19 milioni di passaggi annui “ufficiali”: la Tangenziale ha già infatti assunto la sua configurazione tipica di autostrada a sistema “aperto”, con poche stazioni per la riscossione del pedaggio e molte possibilità di accesso e di deflusso gratuito. Nel 1984 la stagione dei grandi lavori di costruzione autostradale è finita, perché la crisi petrolifera degli anni ’70 ha determinato la conseguenza pesantissima del totale blocco di ogni nuova iniziativa nel settore. In casa ATIVA la vittima più illustre è la diramazione Torino-Pinerolo, dapprima temporaneamente sospesa, e poi definitivamente abbandonata. L’immatricolazione di auto nuove nel 1983 è scesa del 6% ed anche i consumi di prodotti petroliferi sono in marcata flessione. I traffici autostradali a livello nazionale hanno registrato un modestissimo incremento complessivo (+1%), nonostante il piccolo decremento del comparto merci (-0,1%): ed anche questo è un segnale importante delle difficoltà in cui si muove l’economia nazionale, all’inizio del quarto decennio di vita di ATIVA.
Anno terribile, il 1974, è certamente il meno adatto per celebrare festosamente il ventesimo anniversario della Società autostradale. La crisi energetica dell’autunno 1973, conseguente alla guerra del Kippur e alla straordinaria impennata dei prezzi dei prodotti petroliferi, ha tirato il freno allo sviluppo della mobilità sui veicoli a quattro ruote. La crisi sorprende ATIVA mentre è impegnata nella realizzazione di un nuovo e costosissimo progetto: la tangenziale torinese. Negli anni precedenti, infatti, attorno alla capitale subalpina si era venuta delineando una rete di autostrade convergenti a raggiera sulla città: da nord la stessa Torino-Ivrea, da sud la Torino-Savona, da est la Torino-Piacenza, da ovest il primo tratto della Torino-Bardonecchia, con il suo ideale prolungamento verso il progettato traforo del Fréjus. Era necessario dunque costruire un anello autostradale che fungesse da raccordo e da smistamento del traffico nell’area suburbana. ATIVA se ne era fatta carico fin dal 1969, e tra il settembre e il novembre 1971 aveva già aperto al traffico l’intera tangenziale sud, fra Santena e Rivoli, congiungendo così l’autostrada di Piacenza con la Valle di Susa. Nel novembre 1972 aveva realizzato il raccordo della Torino-Savona con Moncalieri, e nel dicembre 1973 aveva inaugurato un primo tratto della tangenziale nord, tra Rivoli-Bruere e corso Regina Margherita. In complesso, 43 km del sistema tangenziale erano già percorribili alla fine del 1973. Rimaneva da completare il resto della tangenziale nord, 14 km per raggiungere i terminali delle autostrade per Ivrea e per Milano, oltre all’intera diramazione Torino-Pinerolo, di 21 km, che faceva parte del progetto complessivo e che si sarebbe dovuta iniziare nella primavera del 1974.
Nel decimo anniversario dalla sua fondazione, l’immagine che emerge dai documenti e dalle immagini di archivio di ATIVA è quello di una Società autostradale già pienamente operativa, ma ancora alla ricerca di un equilibrio economico non facile da raggiungere. Terminata ed aperta al traffico nel 1961, l’autostrada Torino-Ivrea-Quincinetto sta ricevendo le ultime rifiniture. Nel maggio 1964 è stato inaugurato il nuovo casello di Scarmagno in aggiunta a quelli di Torino, Volpiano, San Giorgio, Ivrea e Quincinetto, entrati in esercizio tre anni prima. I transiti sono in aumento: alla fine dell’anno si conteranno oltre 2,2 milioni di passaggi in stazione contro i circa 1,95 milioni dell’anno … precedente; ma gli incassi complessivi (che nel 1964 sfioreranno i 500 milioni di lire dell’epoca) non sono sufficienti a coprire, oltre alle spese di gestione, gli ingenti oneri finanziari generati dagli investimenti. Circa 7,5 miliardi di lire sono stati spesi per la costruzione dell’infrastruttura. Mentre controlla i suoi conti, ATIVA guarda con attenzione agli sviluppi della rete autostradale complessiva: certamente l’arteria assumerà un nuovo e più importante ruolo con l’apertura dei Trafori alpini (il Gran San Bernardo è aperto da qualche mese, il Monte Bianco sarà inaugurato nel 1965) e soprattutto con il prolungamento dell’autostrada verso Aosta. Così si gettano le basi per la costruzione della bretella Ivrea-Santhià, che servirà per collegare la A5 con la A4 e per abbreviare il percorso dei veicoli provenienti dalla Lombardia e diretti verso oltralpe, e viceversa. Sarà proprio ATIVA a realizzare l’opera, tra il 1966 e il 1968.